Quando l’aspettativa di vita era più bassa, si riteneva che la donna fosse protetta dalle malattie cardiovascolari, ma oggi la situazione è cambiata ed è stata ulteriormente condizionata dalla pandemia, che ha messo in discussione anche le forme più basilari di prevenzione.
Riportare l’attenzione su questo tema è uno degli obiettivi della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), che ha promosso e organizzato per il 13 maggio 2021 la prima Giornata Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare. In Europa, e similmente in Italia, le donne che oggi muoiono per problemi cardiovascolari (ictus e infarto) sono il 43% contro il 38% degli uomini.
A condizionare questi dati in aumento sono i diversi fattori di rischio che caratterizzano le donne, che - oltre a essere i classici condivisi con gli uomini (fumo, colesterolo alto, ipertensione, diabete, assenza di movimento, obesità, alimentazione non corretta) - vedono l'aggiunta di fattori esclusivi legati alla loro vita biologica. Anzitutto, la menopausa, che può diventare ancora più aggressiva se precoce, tra i 30 e 40 anni; un menarca precoce o tardivo; malattie come ipertensione o diabete in gravidanza; la sindrome dell’ovaio policistico. In terzo luogo, ci sono i fattori di rischio che nella donna sono prevalenti: le malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, il lupus, la sclerodermia, la miastenia, la tiroidite hanno conseguenze più impattanti nella donna.
“Troppo spesso la donna è stata trascurata – sottolinea Maria Grazia Modena, consigliere SIPREC e professore ordinario di Cardiologia presso l’Università degli Studi di Modena –, le patologie cardiovascolari colpiscono la donna tre volte più di tutti i tumori femminili messi insieme (seno, utero, polmone). Per questo bisognerebbe insegnare alle donne di tutte le età ad avere attenzione per il cuore, a partire da una maggiore sensibilità allo stile di vita per tutelare il proprio organismo".
(Sintesi redatta da: Righi Enos)