Il viso è un libro aperto, i segni d’espressione sono parole e spesso mettono di cattivo umore. Zampe di galline, palpebre cadenti, labbra sottili e circondate da rughe: gli anni che passano lasciano il segno e spesso provocano uno stato di malessere profondo. «L’invecchiamento, soprattutto per una donna, è un processo che può generare sofferenza: il disagio estetico diventa un amplificatore di tutti quei cambiamenti umani, personali, familiari, lavorativi tale da causare, in alcuni casi, un peggioramento della qualità della vita. Quindi perché non pensare che questa condizione possa essere riconosciuta come malattia?», spiega Giulio Basoccu, chirurgo plastico, responsabile della Divisione di Chirurgia plastica estetica e ricostruttiva presso il Gruppo Istituto Neurotraumatologico Italiano e Docente all’Università di Tor Vergata.
(Fonte: tratto dall'articolo)