Ventidue anni fa James Fries, professore di medicina a Stanford, sviluppò una teoria ancora, in parte, attuale. Ipotizzò che l'aspettativa di vita si sarebbe allungata abbreviando gli anni vissuti in cattiva salute a causa delle cronicità (compressione della morbilità). L'attuale modello clinico (riduzionista) tratta solo i rischi più noti di morbilità. Manca un approccio sistemico che tenga conto anche dei fattori psicologici, sociali ed economici che generano patologie nell'anziano. Occorre cambiare radicalmente i sistemi sanitari, i percorsi formativi, la ricerca medica e l'organizzazione nel suo insieme.
(Fonte: tratto dall'articolo)