Nel corso della 18° edizione del Think Tank di Meridiano Sanità di The House-Ambrosetti è emerso che in Italia la spesa pubblica continua a essere inferiore alla media europea e anche il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale, pur in aumento, è ancora insufficiente a coprire i fabbisogni di salute di una popolazione costituita sempre più da anziani cronici.
Negli ultimi 10 anni, le persone con almeno una patologia cronica sono aumentate dell’1,8% e quelle con almeno due patologie dell’1,4%, con un impatto significativo sulla sostenibilità del Ssn (negli ultimi 5 anni la spesa sanitaria pro capite negli over 65 è aumentata del 7,3%). In prospettiva, al 2050, secondo il report, questa stessa spesa potrebbe aumentare del 64% a causa di una più alta prevalenza di fattori di rischio e un numero crescente di pazienti cronici e pluri-patologici.
Per far fronte a tutti i bisogni di salute e assistenza, si stima un’incidenza della spesa sanitaria sul Pil pari al 9,5%, cioè +2,4% rispetto al 2022. Tra le soluzioni per cambiare il modello di assistenza da modello reattivo («cura») a modello proattivo («costruire la buona salute») lungo tutto l’arco della vita dei cittadini in modo che produca valore, occorre investire su prevenzione e innovazione.
Nel 2021, sostiene lo Studio Ambrosetti, la spesa nazionale in prevenzione ha raggiunto i 10 miliardi di euro, il doppio rispetto a 10 anni prima, ma che è solo il 54% della spesa in prevenzione. E poi esiste una relazione positiva diretta tra investimenti in R&S (Ricerca e Sviluppo) e crescita del Paese: l’Italia investe in R&S solo l’1,5% del Pil, (26° posto nella classifica mondiale); dall’altro va considerato che i dati nel 2022 del settore Life sciences hanno raggiunto il loro record mondiale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)