Le sartorie della solidarietà, nate in Toscana 20 anni fa da una iniziativa dell’associazione Auser, sono principalmente luoghi di incontro e relazione, nei quali le volontarie liberano la loro creatività cucendo pupazzi, borse, vestitini e tanti altri oggetti di stoffa. Aziende e privati cittadini donano rimanenze di materiali non più utilizzabili tuttavia preziosi per le sartorie che dimostrano la loro abilità dando nuova vita a scampoli di tessuti.
Con le sartorie si è sviluppato un nuovo modo di vivere attivamente la cittadinanza, di partecipare, di fare volontariato. Un modo flessibile, adattabile, poco costoso che valorizza il sapere e l’abilità delle donne tramandati da generazione in generazione.
I risultati delle opere delle volontarie sono devoluti a progetti di solidarietà in Italia e nel mondo. Si va dalla collaborazione con la parrocchia di quartiere, all’adozione a distanza, alla partecipazione a progetti di ONG come Nexus, Intersos, Emergency o di organismi internazionali come l’Unicef.
Moltissime delle famose Pigotte, le bambole di pezza per la raccolta fondi dell’Unicef nascono dalle mani delle volontarie dell’Auser.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)