L’articolo 17 del disegno di legge di Bilancio 2024, in base al quale i dati in possesso dell’istituto nazionale di previdenza dovranno essere utilizzati dalle Entrate per elaborare le dichiarazioni precompilate, prevede scambi di informazioni tra Inps e agenzia delle Entrate per individuare i lavoratori domestici che non dichiarano redditi al Fisco o ne denunciano solo una parteinviare lettere di compliance con cui segnalare anomalie ai contribuenti e per svolgere attività di analisi del rischio al fine di ricostruire la corrette posizione reddituale e contributiva dei lavoratori domestici.
Secondo i dati Inps, nel 2022 si contavano 894.299 collaboratori domestici.Sono quelli per cui le famiglie-datori di lavoro hanno versato contributi. L’azione prevista dal Ddl di Bilancio andrebbe a incidere su questa platea di lavoratori censiti in ambito previdenziale ma sconosciuti in tutto o in parte all’agenzia delle Entrate. Ciò perché gli interessati non dichiarano i redditi al Fisco o lo fanno in modo parziale. La dichiarazione è dovuta a fronte di reddito di lavoro dipendente o assimilato superiore a 8.176 euro e periodo di lavoro non inferiore a 365 giorni.Le conseguenze di questa azione, però, sono tutte da definire, tanto più che, nella relazione tecnica al Ddl di Bilancio si legge: «si ritiene che tali disposizioni siano suscettibili di determinare potenziali effetti positivi sul gettito, derivanti dall’emersione di maggiori imponibili ai fini reddituali e contributivi che, tuttavia, prudenzialmente non sono oggetto di quantificazione».
Dubbi, al riguardo, sono stati espressi da Assindatcolf (Associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico). La posizione espressa nella memoria depositata alla quinta commissione del Senato è che «un primo passo del Governo verso la lotta all’evasione nel nostro settore sia fondamentale, ma questa misura presenta alcune criticità». Oltre al fatto che avrebbe potuto essere già attuata in passato, rischia di generare un cortocircuito perché «si vanno a colpire i lavoratori regolari sconosciuti all’agenzia delle Entrate, incentivando chi si trova nella stessa condizione a rifugiarsi nel lavoro nero». Cosa che, secondo l’associazione sta già accadendo, in quanto tra il 2021 e il 2022 dagli archivi Inps sono scomparsi circa 80mila lavoratori domestici a fronte di una domanda che cresce, soprattutto per la non autosufficienza.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)