Il professor Blangiardo inizia con una analisi storica dei dati statistici sulla mortalità del Paese negli ultimi 150 anni per individuare gli anni in cui si sono avuti tassi anomali di mortalità nelle classi anziane di popolazione.
Tre sono i periodiche vengono illustrati: l’epidemia più simile a quella attuale è quella di spagnola nel 1918, cui si devono aggiungere i picchi influenzali verificatisi nel 1956 e nel 2015; in entrambe i casi con 50.000 decessi in più rispetto alla media degli altri anni.
Nella seconda parte dello studio il Presidente dell’Istat cerca di stimare l’effetto che il Covid-19 potrebbe avere nel 2020 in termini di mortalità? Di riflesso, tale analisi punta a valutare l’ impatto dell’epidemia sulla crescita dell’aspettativa di vita cui ci siamo abituati dal secondo dopoguerra in poi. Altra conseguenza prevedibile del contagio sarà una evoluzione, diversa da quella attesa, del fenomeno dell’invecchiamento demografico. Qualcuno, sostiene Blangiardo, arriva ad ipotizzare che quest’ultimo fenomeno, definito dagli studiosi come “ineluttabile”, potrebbe mostrare i segnali di una significativa attenuazione o persino di una inversione di tendenza.
Per prefigurare gli scenari futuri, quest’articolo, ritiene necessario prospettare valide stime sul bilancio finale relativo al numero aggiuntivo di decessi prodotto dalla pandemia che stiamo vivendo, sia sulla loro diversa incidenza rispetto al genere e soprattutto alla classe di età.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)