Il neurofisiologo Lamberto Maffei, alla Conferenza di chiusura dell’Anno Accademico 2017-2018 dell’Accademia dei Lincei, ha spiegato che il nostro cervello ha bisogno di stimoli in tutte le fasi della vita, vecchiaia compresa. Il decadimento cognitivo varia molto da individuo a individuo e colpisce alcune funzioni più di altre (come la memoria e la velocità di elaborazione). Su di esso, incidono sia fattori genetici (ad oggi immodificabili) che ambientali (modificabili). Molti studi dimostrano che esercizio fisico e attività cognitiva migliorano lo stato complessivo di persone anziane sane; per questo bisogna operare sul fronte della prevenzione. Diverso il discorso per gli anziani colpiti da demenza senile e in particolare da demenza di Alzheimer. Tra i fattori di rischio dell’Alzheimer è predominante l’età. Le statistiche dicono che tra 65-69 anni l’incidenza della malattia è circa dell’1%; aumenta poi tra i 70-74 al 3-4%; a80 anni è circa del 15%, tra 85-89 anni arriva al 22%; a 90 anni l’incidenza della malattia arriva al 50%. Per questo il Prof. Maffei ha avviato presso il Cnr (Istituti di Fisiologia Clinica e di Neuroscienze), in collaborazione con l’Università di Pisa, un percorso terapeutico di 7 mesi che coinvolge pazienti a rischio di demenza. Si chiama “Train the brain” (allena il cervello) ed è ora in fase di realizzazione a Roma ma partirà anche in Sardegna.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)