L’Agenzia americana Food and Drug Adiministrazion (FDA) ha dato il via all'uso di dapaglifozin, medicinale studiato per la cura del diabete, nei casi di scompenso cardiaco con ridotta frazione di eiezione, cioè con il ventricolo sinistro che pompa “poco” sangue nei vasi.

Prima di tutto occorre riconoscere la situazione che porta il cuore a pompare meno sangue e quindi ossigeno nelle arterie. Attenzione, pertanto, a quelle situazioni quotidiane che come il salire le scale o il dover dormire con due cuscini sotto la testa, non diventino una sofferenza, per cui è necessario il ricovero ospedaliero. Quasi un milione di individui in Italia soffrono di scompenso cardiaco e la patologia tende a progredire anche in assenza di sintomi evidenti di peggioramento. Lo scompenso è  una malattia della terza età associata a problemi renali, malattie respiratorie e diabete, condizioni che possono peggiorare il quadro.

Si rende necessario, pertanto, uno stile di vita che comprenda una sana alimentazione ed un'adeguata attività fisica. Il dapaglifozin è impiegato, per ora, solo negli Usa e  non ancora in Europa.
Il dato dimostra che il farmaco è il primo dei cosiddetti Sglt2 (inibitori del co-trasportatore di sodio-glucosio di tipo 2), che viene approvato per questa indicazione. I risultati dello studio, chiamato Dapa-HF, hanno dimostrato come il trattamento con questo medicinale, da assumere per bocca, contribuisce a  migliorare la sopravvivenza e a ridurre la necessità di ospedalizzazione negli adulti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta. La ricerca, infine, ha preso in esame oltre 4700 persone, per lo più uomini, con un’età media di 66 anni.

Il farmaco è stato confrontato con un semplice placebo e, dopo un anno e mezzo, si è registrato un numero minore di decessi tra coloro che avevano assunto il dapagliflozin.