Tra gli over 65 abruzzesi, le persone con Alzheimer sono 13mila, e 44,5 anziani su mille presentano demenze senili. L’alta incidenza sulla popolazione regionale di questa malattia non poteva non interessare la più grande università abruzzese.
I ricercatori dell’ateneo d’Annunzio sono infatti in prima linea nella ricerca sulla prevenzione dell’Alzheimer. L’università fa sapere che saranno a breve disponibili dei test ematici che potrebbero rivoluzionare il percorso diagnostico della malattia di Alzheimer, come illustrato dai recenti studi pubblicati su prestigiose riviste scientifiche internazionali.
Gli studi sono in fase di sperimentazione avanzata e possono rilevare in maniera accurata la presenza a livelli patologici di “tau iperfosforilata”, la proteina che ad oggi si ritiene possa indicare con maggiore accuratezza la progressione del processo degenerativo.
Spiega il professor Stefano Sensi, ordinario di Neurologia e direttore del Dipartimento di neuroscienze, imaging e scienze cliniche, "un importante passo avanti che ci avvicina a diagnosi precoci e differenziate, processo fondamentale per gestire l’arrivo oramai vicino di terapie “disease-modyfing”, cioè capaci di mutare il decorso della malattia".
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)