Ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico Gemelli di Roma, insieme a colleghi della Harvard University di Boston e del Policlinico Universitario di Losanna, hanno scoperto un potenziale “antidoto” contro un fungo killer - la Candida glabrata - che causa gravi infezioni con esito fatale nel 40% dei casi, colpendo soprattutto anziani e persone immunodepresse, specie se ricoverate in ospedale, e che è resistente alle terapie oggi disponibili.
Si tratta di una molecola battezzata col nome di “iKix1” e isolata da una libreria molecolare di 140 mila sostanze. La scoperta è stata resa nota sulla rivista “Nature”. L’elevata mortalità di queste infezioni è legata non solo alla virulenza del fungo, ma soprattutto alla sua particolare propensione a diventare resistente agli “azoli”, i farmaci antifungini più comunemente usati per trattare queste infezioni. Tale resistenza è causata dall’insorgenza di mutazioni a carico del gene “PDR1”. L’obiettivo dello studio è stato identificare, attraverso lo screening di più di 140 mila diverse molecole, una sostanza in grado di bloccare l’attività di PDR1, in modo da rendere i microrganismi nuovamente sensibili agli azoli e allo stesso tempo anche meno virulenti. “In particolare – spiega Maurizio Sanguinetti, Direttore dell’Istituto di Microbiologia e Virologia dell’Università Cattolica di Roma - è stato identificato dal team di Harvard un composto, denominato iKix1, in grado di legarsi stabilmente al regolatore PDR1, come dimostrato attraverso l’osservazione con la risonanza magnetica nucleare ad alta risoluzione”. Gli scienziati hanno visto che iKix1 è in grado di agire in provetta, annullando la resistenza ai farmaci, ma soprattutto in vivo su animali, riducendo la gravità della malattia. I prossimi passi saranno testare iKix1 su pazienti per verificarne la sicurezza e la tollerabilità e in seguito l’efficacia nel ripristinare la sensibilità del patogeno ai farmaci azoli.
(Fonte: tratto dall'articolo)