La scoperta arriva dai ricercatori dell’Istituto di ricerca di Londra che sono riusciti ad individuare una mutazione genetica responsabile di un maggiore rischio di sviluppare cancro della prostata. Gli studiosi hanno dimostrato che il 12% degli uomini con questa forma di tumore allo stadio avanzato ha una mutazione ereditaria nei geni coinvolti nella riparazione dei danni al Dna.
Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, è stato condotto su un campione di 692 uomini con cancro alla prostata con metastasi e si è concentrato su 20 geni noti per avere un ruolo nella riparazione del Dna. Si è così scoperto che il 12% del campione aveva almeno una mutazione ereditaria in uno di questi geni. In particolare le mutazioni sono state individuate in 16 geni, tra cui la più frequente (5%) è risultata essere quella al gene Brca2 che, nelle donne, aumenta il rischio di cancro al seno (noto anche come gene Jolie), seguita dalle mutazioni al gene Atm (1,6%), Chek2 (1,9%), Braca1 (0.9%), Rad51d (0,4%) e Palb2 (0,4%).
Fare questo test genetico sugli uomini potrebbe aiutare a identificare meglio il cancro alla prostata e portare a diagnosi e interventi più precoci, e quindi migliori terapie, come una nuova classe di farmaci, chiamata Parp inibitori, che sfruttano le debolezze nei processi di riparazione del Dna delle cellule tumorali.
(Fonte: tratto dall'articolo)