Si chiama Cloto – come la più giovane delle tre Parche che tesseva il filo della vita – e adesso sono noti i meccanismi della sua azione anti-invecchiamento. La ricerca, coordinata da Sangwon Lee, dell’Università americana di Yale, ha portato alla scoperta di due recettori simili a “serrature” molecolari legate a Cloto: chiamati Cloto-Alfa e Cloto-Beta, essi si agganciano a una famiglia di ormoni che regolano i processi metabolici nel fegato, nei reni, nel cuore e nel cervello. Utilizzando la tecnica della cristallografia a raggi X, i ricercatori hanno osservato che Cloto-Alfa si lega all’ormone Fgf23, e ha la funzione di riduzione dell’invecchiamento; Cloto-Beta, che si lega invece all’ormone Fgf21, ha la capacità di bruciare calorie, causando la perdita di peso. “È una scoperta di grande valore anche clinico”, commenta Salvatore Di Somma, docente di Medicina Interna all’Università di Roma Sapienza.
(Fonte: tratto dall'articolo)