È il «fattore di von Willebrand» - proteina nota per il ruolo nella coagulazione del sangue – che scatena anche la produzione di molecole che generano stress ossidativo, facendo sì che le pareti dei vasi sanguigni (endotelio) perdano elasticità. Ciò può portare all’ostruzione dei vasi sanguigni, provocando l’aterosclerosi e alcune delle più comuni malattie cardiovascolari. La scoperta è stata fatta da un team dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, coordinato da Vincenzo Lionetti, l’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr e la Fondazione Toscana G. Monasterio ed è pubblicata su «Scientific Reports». «Il nostro lavoro ci ha permesso di individuare una nuova strategia di prevenzione dell’aterosclerosi - spiega Lionetti -. Abbiamo dimostrato che, silenziando la proteina, nota come il fattore di von Willebrand, è possibile rendere l’endotelio incapace di generare stress ossidativo e quindi proteggere tanto il cuore quanto altri organi dalla disfunzione endoteliale, primo passo verso l’aterosclerosi». Questo renderebbe possibile quindi una terapia genica, dosabile come farmaco, che può contribuire a prevenire il danno d’organo e a proteggerci dall’aterosclerosi. I test effettuati su cellule animali sono promettenti, la tecnica - l’«Rna interference» - ha permesso di ridurre del 65% l’espressione della proteina, fermando la cascata di reazioni che danneggiano l’endotelio.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)