L'Italia non è un paese per giovani insegnanti. Nelle scuole del nostro Paese il rapporto tra i docenti under e over 50 è di uno su quattro. Il sindacato Anief ha fatto un raffronto tra gli ultimi dati sulla questione, delineando il quadro di un ricambio generazionale difficile, che esprime un "invecchiamento preoccupante", soprattutto "se raffrontato alle medie internazionali". Secondo la recente pubblicazione dell'Ocse Education at glance 2015, il 73% dei docenti della scuola secondaria superiore italiana, il 57% della scuola primaria e il 51% di quelli universitari hanno più di 50 anni. La quota media nei paesi Ocse nella scuola secondaria è meno della metà di quella italiana: il 36%. Per Eurostat, nel 2013 la percentuale più alta di insegnanti con 50 o più anni si registra in nel nostro paese (61,9%) seguita a grande distanza da Bulgaria (47,7%). Una situazione che, secondo il sindacato, non può che peggiorare, a causa dell'innalzamento dell'età pensionabile: nel 2018 la pensione di vecchiaia si potrà raggiungere alle soglie dei 68 anni "Dal 2050 – si legge nel report – i neo-assunti potranno andare in pensione dopo 70 anni o 46 anni e mezzo di contributi. Mentre per accedere all’assegno di quiescenza anticipato bisognerà contare su 44 anni di contributi versati". Questo produce un risultato, secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal: "Chi lavora per una vita, costretto a lasciare ormai nella terza età e con assegni che, per chi inizia a lavorare oggi, si prospettano vicini all’assegno sociale". La riforma della Buona scuola, la Legge 107/15, ha abbassato con l'immissione in ruolo dei docenti l'età media. Ma non di molto secondo Pacifico. "Rimangono nelle graduatorie ad esaurimento più di 60mila docenti abilitati e, considerando anche quelli delle graduatorie d’Istituto, si arriva a 180mila abilitati all’insegnamento che avrebbero potuto ridurre l’età media di chi sta dietro la cattedra in Italia. Invece sono stati letteralmente dimenticati. Così la maglia nera dei docenti più anziani non ce la toglie più nessuno".
(Fonte: tratto dall'articolo)