Chi mangia troppi grassi corre un rischio di morire anzitempo più alto di chi ne mangia meno e assume più carboidrati e proteine. La conferma dell’evidenza scientifica giunge da uno studio condotto dai ricercatori del dipartimento di salute pubblica dell’Università di Harvard e pubblicato sulla rivista «Jama Internal Medicine». Oltre 126mila (83mila donne e 43mila uomini) persone sane hanno preso parte alla ricerca e sono state osservate per tre decenni, con controlli dietetici a cadenza biennale o quadriennale. Nessuna ricerca finora aveva correlato il consumo di grassi direttamente ai tassi di mortalità. Al crescere del due per cento del consumo di alimenti ricchi di grassi saturi e trans, principalmente di origine animale ma anche quelli realizzati con alcuni oli vegetali, è risultata aumentare del sedici per cento la probabilità di morire anzitempo. Anche nelle persone che nel corso dell’indagine avevano sostituito il consumo di pietanze o ingredienti ricchi di grassi saturi con altri a prevalenza di grassi mono e polinsaturi i tassi di mortalità sono risultati inferiori, di una quota compresa tra l’undici e il diciannove per cento. Consumare olio extravergine di oliva, l’olio di soia, il pesce e la frutta secca ha un effetto protettivo anche a basse dosi: sostituendo appena il cinque per cento della chilocalorie assunte giornalmente da alimenti ricchi di grassi saturi (burro, il lardo, i latticini e la carne rossa) con altri impreziositi dai polinsaturi il rischio di morte prematura è risultato (nella media) più basso del ventisette per cento.
(Fonte: tratto dall'articolo)