Spielberg, settantadue anni, nel suo ultimo film Ready Player One, tratto dall’omonimo romanzo del 2010 di Ernest Cline permette anche agli anziani di capire un po’ di più il mondo digitale. In mezzo a tanti riferimenti musicali e cinematografici, si sviluppa una storia dove, in un futuro non lontano, in una terra abbrutita, per sfuggire all’orrore quotidiano, la gente si immerge nella realtà virtuale con i visori nel mondo digitale di Oasis. Qui possono prendere qualunque sembianza, ruolo o etnia e fare tutte le attività che vogliono; chi perde però perde tutto. Alla morte del creatore di Oasis il suo mondo virtuale e la sua enorme eredità andranno al vincitore di una serie di sfide create da lui. Sarà il protagonista, il giovane Wade, che su Oasis ha preso il nome di Parzival (Parsifal a vincere, insieme ai suoi amici contro una perfida multinazionale. Il film fose non è il genere amato da persone di una certa età, ma li aiuterebbe ad avere molta più fiducia nei ragazzi nella loro creatività e nel loro modo di risolvere i problemi, che si può imparare anche dai videogiochi e che persino nel mondo virtuale ci sono «buone cause, amici e persino l’amore». Basta ricordarsi sempre, suggerisce il film, che «la realtà è l’unica cosa che è reale».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)