Gli ultra80enni in Italia sono meno del 7% della popolazione ma rappresentano il 26% degli infetti da SARS-CoV-2 ed oltre il 50% dei decessi per Covid-19.
La diffusione dell’infezione tra gli ultra80enni può essere spiegata da modelli guidati dalla percentuale di posti in RSA per regione e dal livello più elevato di frammentazione sociale.
Più RSA e meno famiglia uguale più infezione da SARS-CoV-2.
Di fronte all’emergenza le RSA hanno mostrato la loro inadeguatezza proprio alla cura dei pazienti più fragili, ma come è possibile applicare un alto livello di personalizzazione delle cure in ambienti strutturalmente pensati per assistere tante persone insieme, che inevitabilmente devono applicare norme più o meno rigide per offrire assistenza a tutti?
Bisogna sperimentare modelli nuovi, mettere a regime intuizioni già sperimentate, immaginare soluzioni flessibili che permettano il passaggio da un setting assistenziale ad un altro.
Si tratta di quel concetto del continuum assistenziale per cui una volta preso in carico il soggetto con necessità assistenziali non deve autonomamente girare da un ufficio all’altro, da una domanda all’altra, ma ha una persona di riferimento e un piano assistenziale, cioè un percorso con obiettivi verificabili ed una persona che si assume la responsabilità che quel percorso sia portato a termine.
Si tratta di ripensare queste strutture verso servizi maggiormente aperti al territorio, finalizzati ad interventi limitati temporalmente e guidati da piani individualizzati di assistenza. Un investimento anche sotto il profilo occupazionale.
Questa trasformazione assistenziale andrebbe accompagnata da un’altra trasformazione culturale, quella sull’abitare.
La popolazione ultra 80enne in alcune città italiane vive sola in più del 50% dei casi e necessita di un supporto concreto, talvolta quotidiano. Si potrebbe incentivare economicamente l’andare a vivere insieme di persone che non riescono a pagarsi l’assistenza se rimangono da sole. Favorire sempre economicamente, la realizzazione di appartamenti protetti dedicati a persone con qualche compromissione dell’indipendenza fisica.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)