Da un recente studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association, emerge che se si smette di fumare i benefici sono rilevabili da subito, ma per un pieno recupero serve un tempo lungo.
Secondo Hilary Tindle, responsabile del centro per il trattamento del tabagismo della Vanderbilt University (Nashville) e coordinatrice della ricerca, il ‘dietrofront’ per i fumatori più accaniti può richiedere fino a 25 anni per definirsi completo.
Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno preso in esame i dati del Framingham Study - il più importante lavoro epidemiologico (avviato nel 1948) per stimare il rischio cardiovascolare. Analizzando le informazioni raccolte tra il 1954 e il 2014 da oltre 8.700 persone, gli esperti hanno valutato quale relazione ci fosse tra la disassuefazione e il rischio di avere un infarto del miocardio, un ictus cerebrale o uno scompenso cardiaco ed, eventualmente, di morire a causa di queste condizioni. I dati raccolti sono stati poi confrontati con quelli rilevati nelle persone che, nello stesso periodo, avevano continuato a fumare.
Ebbene, oltre a confermare il netto divario che c'è tra le probabilità che accompagnano i membri dei due gruppi, i risultati hanno confermato la possibilità di ridurre progressivamente il rischio cardiovascolare, fino a farlo combaciare con quello di una persona mai entrata a contatto con il fumo di sigaretta.
(Fonte: tratto dall'articolo)