Se si applica la gentilezza, la meditazione e l'ottimismo si resta più sani e longevi. Questo emerge dalle ricerche di Immaculata De Vivo, epidemiologa di Harvard, tra le maggiori esperte mondiali negli studi genetici e molecolari.
La dottoressa De vivo parla dei legami tra stati d'animo e salute nel suo libro "Biologia della gentilezza" scritto con Daniel Lumera, esperto di scienze del benessere ed edito da Mondadori. dalle ricerche fatte emerge che lo stress cronico fa invecchiare prima, perché provoca l'accelerazione dei telomeri, che sono le estremità protettive dei cromosomi. Quando infatti le cellule raggiungono il loro limite, non si dividono più compromettendo la capacità di rigenerazione dei tessuti. Sappiamo che invece la meditazione e la dieta mediterranea possono rallentare l'accorciamento dei telomeri, rendendoci più longevi.
In particolare avere intenzioni positive verso gli altri, sembra avere questo effetto. Quindi la meditazione sulla gentilezza aiuta i telomeri a mantenere la loro lunghezza, ed aiuta anche ne campo delle malattie cardiovascolari. Il fatto che noi accumuliamo tanto stress è dovuto ad un imperfetto adattamento biologico alla società in cui viviamo. L'ormone dello stress causa l'infiammazione continua, anche se gli ottimisti riescono a sottrarsi, in parte a questo effetto, e a trasformare le avversità in stimoli. L'ottimismo è legato alla felicità, altro fattore che favorisce la longevità. Uno studio americano ha infatti visto che le persone infelici hanno un rischio di morte del 14% più alto di quelle che si dichiarano felici. Ciò deriva anche dal fatto che se sei felice tendi ad assumere degli stili di vita corretti, senza eccessi. Uno dei problemi della mancanza di felicità è la sovrastima che applichiamo all'intensità e alla durata delle emozioni future, per cui ci si "adatta" anche alla situazione più piacevole.
Per questo una vita felice non dipende da eventi esterni ma dall'atteggiamento mentale.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)