Una ricerca finanziata dai National Institutes of Health Usa pubblicata su eBioMedicine ha individuato un nuovo responsabile per l'invecchiamento precoce: la scarsa idratazione, rivelata da una concentrazione di sodio nel sangue ai limiti alti della norma. L'idea nasce dall'osservazione che razionare l'acqua agli animali da esperimento ne riduce la sopravvivenza e promuove la comparsa di malattie degenerative. Anche precedenti lavori sull'uomo avevano suggerito che una scarsa idratazione potrebbe accelerare l'invecchiamento.
I ricercatori hanno esaminato oltre 11 mila soggetti (età media 45-66 anni) arruolati nello studio Atherosclerosis Risk in Communities che vanta una durata di 25 anni. Come surrogato delle abitudini di idratazione è stata utilizzata la concentrazione di sodio nel sangue, mentre per studiare la velocità alla quale i singoli individui invecchiano è stata calcolata la loro età biologica a partire da 15 biomarcatori (pressione arteriosa sistolica, colesterolo, glicemia, ecc.), che danno informazioni sullo stato di salute cardiovascolare, sulla funzionalità polmonare e sulla presenza di infiammazione.
I risultati di questo mega-studio suggeriscono che un valore di sodiemia superiore a 140 mmol/litro (i valori normali sono 135-146 mmol/litro) nelle persone di mezz'età si associa ad un rischio aumentato del 63% di sviluppare una malattia cronica (insufficienza cardiaca, ictus, arteriopatie periferiche, fibrillazione atriale, malattie polmonari croniche, diabete, demenza) già intorno ai 55-60 anni, rispetto ai soggetti con sodiemia inferiore ai 140 mmol/l. Le persone con livelli di sodio superiori a 144 mmol/litri inoltre presentano un rischio aumentato del 21% di mortalità prematura.
Infine, gli individui con sodiemia superiore a 142 mmol/litro, in almeno la metà dei casi apparivano più anziani di quanto raccontasse la loro carta d'identità. La loro età biologica, insomma, era molto più avanzata di quella anagrafica. E un'età biologica più avanzata, come dimostra questo studio, va purtroppo di pari passo con un aumentato rischio di malattie croniche e di mortalità prematura.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)