In Italia, ci sono oltre 7.800 residenze assistite e case di cura, di cui l’83% private, quasi tutte al Nord, tra Lombardia, Veneto e Piemonte. Poche strutture e pochi posti letto, spesso saturi. Il tasso di occupazione dei posti letto, in media, è del 78% (ma in Lombardia è dell’87%). Se il grado di copertura del fabbisogno si attesta all’1,9% (ben lontano dal dato ideale del 5%), il Nord fa un po’ meglio (tra il 3 e il 3,3%), mentre la quasi totalità delle regioni meridionali non supera l’1%. L’Olanda ha quattro volte l’offerta italiana.
"Raggiungere il tasso di copertura target ideale del 5% – spiega Antonio Fuoco head of Living Capital Markets di Jll– significa mettere sul mercato circa 600mila posti letto entro il 2035, raddoppiando quindi l’offerta attuale. Gli investitori si dimostrano interessati a investire nel settore, che garantisce attualmente rendimenti che vanno dal 5,3% dell’healthcare al 5,5% del senior living. C’è quindi un premio rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato. Stiamo anche assistendo a un’aggregazione degli operatori in Gruppi più strutturati che non solo desiderano investire equity ma anche entrare nella gestione sotto l’aspetto operativo".
Qualcosa tuttavia si muove: a novembre il fondo Euryale Healthcare Italia 1 di Kryalos ha finalizzato i primi quattro investimenti in Rsa in Lombardia e Piemonte per circa 20 milioni. Mentre, a settembre, era stato istituito il fondo Euryale Healthcare Italia 2 che porterà all’acquisizione di un portafoglio di otto immobili in costruzione e ha una pipeline di investimenti, nei prossimi anni, di 120 milioni.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)