I vecchi non sono mai stati così poco rispettati, cosa che non avveniva nei secoli passati. Basti pensare alle ultime proposte che li vogliono rinchiusi perchè improduttivi e fragili.

L'autrice racconta come esempio di quanto vengano discriminati la storia di sua zia, quasi novantenne, a cui, dopo la morte della sua canina, gli allevatori, i canili e le associazioni a cui si è rivolta per avere un nuovo cucciolo, glielo hanno negato a causa della sua età. C

Cosa che ha riportato alla memoria dell'autrice il libro di Diana Athill, scritto a ottantanove anni, «Da qualche parte verso la fine», una sorta di manifesto della vecchiaia. Inizia infatti con la presa d'atto della Athil che non può prendere, data l'età, un cucciolo di carlino, e contemporaneamente, quando le arrivano le piante che ha ordinato, la consapevolezza che non le vedrà mai crescere. Però non si può ne si deve ridurre la vecchiaia alla stagione della vita che è anticamera della morte.

Invece proprio il coraggio di parlarne così crudamente e crudelmente permette di rivendicare l'importanza e il rispetto per la vecchiaia, dove si può essere finalmente liberi di essere solo e se stessa, anche se tutto è una fase complessa, dove molte attività del vivere sono terminate, ma proprio per questo merita rispetto. Una civiltà che meriti questa denominazione non può considerare i suoi anziani solo dei soggetti degni di rilievo in quanto consumatori o produttori. Infine, alla zia dell'autrice è arrivato un bastardino non giovanissimo ed insieme sembrano molto felici e incuranti delle loro età.