Dall'ultimo Rapporto Osservasalute emerge che gli italiani sono ancora lenti a cambiare abitudini nocive per la salute come fumo, sedentarietà e alimentazioni scorrette. Tuttavia, nel Paese si muore sempre di meno grazie soprattutto ai miglioramenti dell'assistenza sanitaria e ai nuovi traguardi della medicina. Nel 2017, gli over 65 risultano essere 13,5 milioni e le malattie croniche, tipiche di questa fascia di popolazione, gravano per l'80% sui costi sanitari. 

Gli uomini italiani over 65 hanno una aspettativa di vita media di 19,4 anni a fronte di un dato medio europeo di 18,2 anni; per le donne italiane lo stesso indicatore si colloca a 22,9 anni (rispetto alla media del Continente  che è di 21,6 anni). Questi stessi anziani, in Italia vivono però più a lungo in cattiva salute a causa della carenza di una assistenza dedicata e della bassa spesa sanitaria complessiva allocata dal sistema sanitario sulla long term care, necessaria per un Paese con una alta quota di over 80 come il nostro. In Italia, infatti, circa il 10% della spesa sanitaria è destinata al settore assistenza a lungo termine, contro il 14,8% della Francia e il 16,5% della Germania, che hanno tassi di invecchiamento simili al nostro.

Le proiezioni della Ragioneria Generale dello Stato indicano che il rapporto fra spesa sanitaria pubblica e Prodotto Interno Lordo dovrebbe crescere dall'attuale 6,6% al 7,3% nel 2040. In pratica, vorrebbe dire passare dagli attuali 114 miliardi a 168 miliardi. Uno scenario impraticabile se non sia agisce, nel frattempo, su due fronti: la prevenzione e il potenziamento dei servizi di tipo socio-assistenziale.