Il Forum lombardo del Terzo Settore è intervenuto sulla delibera regionale 3226, con cui la Giunta da indicazioni sull'impianto dei servizi residenziali in Fase 2, che deve essere "impermeabile" alla diffusione del Covid-19.
Nel comunicato, firmato dal Forum con Alleanza Cooperative italiane-Welfare Lombardia, Anffas, Arlea, Ledha, Ceal, Cnca e Uneba Lombardia, si criticano diverse parti della delibera. Dopo aver riconosciuto come positiva l'indicazione di estendere lo screening sierologico (e del tampone, in caso di positività) a operatori e ospiti con costo a carico del Servizio sanitario regionale, per il resto si identificano molte criticità. Tra i punti di disaccordo il fatto di scaricare tutto l’onere sul cosiddetto 'Referente Covid-19' designato dagli enti gestori.
Quindi il fatto di applicare gli stessi interventi previsti per le Rsa ad ogni servizio e tipologia d'utenza. Quindi mettere le stesse regole per persone ultra 80enni con diverse patologie e per giovani e adulti, ad esempio, con disabilità intellettiva o con problemi di dipendenza. Infine il grande problema del «rispetto dei diritti e della dignità delle persone con fragilità», che restano ancora in quarantena a tempo indeterminato, indipendentemente dalle condizioni di salute delle persone. Ciò comporterà grandi problemi per le relazioni familiari che continueranno solo attraverso lo schermo di un computer. Non è neanche specificato nulla sulla possibilità di «garantire il diritto a uscire in sicurezza dalle strutture» a quanti vi vivono. Non sono state recepite nessuna delle osservazioni e dei consigli suggeriti dagli enti del terzo settore che insistentemente hanno chiesto di non omologare la realtà degli anziani con quelle degli altri settori legati a disabilità, dipendenze, e salute mentale.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)