I giovani non si lasciano “distrarre” dallo sguardo degli anziani. L’interazione degli sguardi è condizionata dall’età. La ricerca dell’Università Bicocca.
Seguire lo sguardo di un’altra persona è un indicatore di interazione nelle relazioni sociali e la tendenza a farlo sottolinea anche l’importanza che attribuiamo a quella persona. Le persone giovani, in particolare quelle comprese nella fascia di età 18-25 anni, tendono a non seguire lo sguardo di una persona anziana (con più di 70 anni) quando questa persona interviene come “distrattore” durante lo svolgimento di un compito o mentre si è concentrati su qualcosa. Lo rivela una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca pubblicata sulla rivista Scientific Reports.
Lo studio (Face age modulates gaze following in young adults, Scientific Reports, DOI: 10.1038/srep04746) è stato realizzato da Francesca Ciardo, Barbara Marino, Rossana Actis-Grosso, Angela Rossetti e Paola Ricciardelli, del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca.
A tre diversi gruppi di partecipanti suddivisi per età (18-25, 35-45 e over 65) è stato chiesto di compiere un rapido movimento degli occhi su un obiettivo visivo definito, mentre un’altra persona, scelta a turno tra quattro gruppi di età (6-10, 18-25, 35-45 e over 70), ha interferito cercando di distrarre col proprio sguardo il partecipante. I dati hanno dimostrato che i “distrattori” più anziani hanno sortito l’effetto minore proprio sui giovani tra i 18 e i 25 anni, catturando la loro attenzione solo nell’11% per cento dei casi.
Al contrario, quando l’età del distrattore era simile a quella del partecipante la frequenza a seguire lo sguardo del distrattore è stata più alta. Ciò dimostra, secondo i ricercatori, che l’età agisce da catalizzatore sociale, portando a un vero e proprio riconoscimento dell’appartenenza a un gruppo. In tal senso l’età della faccia di un interlocutore può pregiudicare o favorire l’avvio di un’interazione sociale. «Questa ricerca – spiega Paola Ricciardelli, professore associato di Psicologia Generale – dimostra che il modo in cui orientiamo il nostro sguardo è automatico e avviene in tempi rapidissimi ma è modulato da fattori socio-cognitivi che incrementano l’importanza data ad alcuni volti rispetto ad altri. L’età è uno di questi fattori che condizionano l’attenzione e l’importanza che riserviamo a una persona rendendo alcuni “sguardi più irresistibili” di altri».
(Fonte: tratto dall'articolo)