Il Veneto preme per una legge nazionale, un testo è già passato alla Camera, adesso è all’esame del Senato, che spinga a installare telecamere controlla-maestri negli asili nido e nelle scuole d’infanzia, ma anche per verificare cosa avviene dentro le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio. Il Consiglio regionale ha approvato a larga maggioranza, con 38 sì e solo 2 astenuti, il suo progetto di legge statale “Disposizioni in materia di videosorveglianza”.
L’obiettivo, ovviamente, è prevenire e contrastare le pratiche di abuso fisico e psichico nei confronti di soggetti deboli, alla luce degli innumerevoli episodi di maltrattamento perpetrati a danno di minori, anziani e disabili compiuti in strutture, pubbliche e private. Niente web-cam. La proposta è di rendere possibile l’installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso che garantiscano la loro sicurezza ed al contempo la tutela della riservatezza. L’installazione di un sistema di videosorveglianza costituirebbe, da un lato, un elemento di maggiore tranquillità per le famiglie e, dall’altro, un deterrente per evitare ogni eventuale tipo di abuso da parte di soggetti che operano in tali strutture o, addirittura, di soggetti esterni. Nello stesso tempo sarebbe a tutela di chi invece lavora bene. Sono comunque vietate invece le web-cam (per la trasmissione in diretta via web).
È previsto anche che il Garante per la protezione dei dati, emani un regolamento per la gestione del sistema e che ci sia un accordo con i sindacati dei lavoratori interessati. La decisione di installare gli impianti va comunque presa con la partecipazione delle famiglie e l’accesso alle immagini è vietato: scatta solo in caso di notizie di reato (e quindi è di fatto di competenza delle forze dell’ordine e della magistratura).
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)