Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, avvisa che stiamo vivendo un calo demografico paragonabile solo al biennio 1917-1918, epoca segnata dalla Grande Guerra e dagli effetti dell’epidemia di “spagnola”.
Oltre a questo si deve considerare che è in atto un «conflitto» generazionale che si misura in stili e qualità della vita, con nonni sempre più pimpanti e più ricchi, e i giovani inchiodati ad un ascensore sociale che non parte. I ragazzi lasciano sempre più tardi la famiglia di origine; nel 2018, su 9 milioni 630 mila ragazzi tra i 20 e i 34 anni, più della metà — 5,5 milioni — vive a casa dei genitori.
Gli indicatori della povertà assoluta sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni (dal 3,6 all’8,4%) rispetto alle fasce di età tra i 18 e i 34 anni. Tra gli anziani si contano 2,2 milioni di ultra 85enni (oltre più di 15 mila ultracentenari) e soprattutto godono di ottima salute. Grazie a stili di vita salutari in media si vive in condizioni di buona salute oltre i 60 anni, tanto che per la fascia d’età tra i 65 e i 69 anni viene coniato un neologismo, «i giovani anziani».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)