Uno spaccato familiare (ma anche politico), ricco di sfumature autobiografiche, che accade nella Romania di oggi, a tre giorni dalla strage del Charlie Hebdo e a quaranta giorni dalla morte del padre del protagonista Lary, un medico quarantenne. Lary torna a Bucarest per la veglia la veglia funebre di commemorazione del genitore e si ritrova con tutta la famiglia. Ci sono sua moglie, sua madre, sua sorella con marito e figlio piccolo, suo fratello. C'è una zia in crisi familiare. Ci sono tre amici di famiglia, una coppia silenziosa e un'anziana che rimpiange i tempi di Ceasescu. Ci sono altri personaggi che vanno e vengono, preti ortodossi e mariti fedifraghi, in un costante andirivieni turbolento e vorticoso, che Lary osserva avendo il disimpegno dell'appartamento come perno principale. Si parla delle cose di cui si parla in qualsiasi chiassosa riunione familiare: del più e del meno, delle cose di famiglia, di politica. Ci si punzecchia, si ride, ci si offende, si litiga, ci si aiuta e si risolvono problemi. Si fa un gran baccano e si conclude poco o niente. E, come Lary, si finisce per arrendersi alla confusione, ad alzare le mani davanti all'ennesima questione da risolvere, e a prenderla a ridere, perché in fondo è l'unica cosa che rimane da fare.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)