Rovistare per ore nelle tasche o in borsa alla ricerca degli occhiali, non ricordare di aver chiuso la macchina o dove è parcheggiata, mettere a soqquadro la casa per trovare il telefono: sono tutte situazioni comuni che le persone un po’ sbadate vivono ogni giorno. Molti “smemorati” temono che ci sia un’effettiva correlazione tra l’essere smemorati da giovani e sviluppare patologie come demenza o decadimento cognitivo nella terza età. Vero o falso? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Simona Marcheselli, responsabile dell’Unità operativa di Neurologia d’urgenza e Stroke Unit dell’ospedale Humanitas. “Falso. Dimenticarsi dove si mettono le proprie cose, anche quelle che si usano più frequentemente, non implica necessariamente lo sviluppo di demenza in età anziana – spiega l’esperta -. Anche se le persone più smemorate potrebbero temere di avere una predisposizione maggiore verso le demenze, tuttavia può rassicurare tutti, e non solo gli smemorati, sapere che la prevenzione del declino cognitivo è efficace. In particolare, la prevenzione della demenza vascolare, la cui causa è aterosclerotica, passa attraverso la prevenzione dell’infarto cardiaco e quindi la salute del cuore.
(Fonte: tratto dall'articolo)