Secondo l'Aie (Associazione Italiana Editori) la proporzione di quanti leggono nel nostro Paese è del 60%, meno di quanto avviene in Spagna, (62,2%) o in Germania, 68,7%. Peggio di noi, tra i Paesi considerati dall’Aie, solo Paesi meno sviluppati economicamente come il Brasile, dove il 56% della popolazione ha letto un libro nel 2018, la Slovenia, Cipro, la Grecia. Ultima tra i Paesi analizzati la Bulgaria, dove meno della metà della popolazione, il 48,2% ha letto un libro. I dati più significativi sono che tra i lettori bambini, la percentuale è pari al 91%, tra i 4 e i 9 anni, quando i libri sono usati come strumento scolastico per imparare a leggere. Si arriva poi all’88% tra i 10 e i 14 anni e all’85% tra i 15 e i 17%, quando la lettura di un libro, magari durante l’estate, è obbligatoria. Tra i 18 e i 24 anni sono il 77%, si cala al 73% tra i 25%e il 34 anni e al 72% tra i 35 e i 54. Poi c’è il crollo: solo il 37% degli italiani tra i 55 e i 64 anni legge. E solo il 23% di chi ha tra i 65 e il 74 anni.
Eppure, nonostante questi dati, il numero degli editori aumenta. Gli over 55 in Italia rappresentano moltissime persone. Si tratta di coloro che sono nati prima del 1964, i primi baby boomers (persone nate durante l'esplosione demografica), i figli del Dopoguerra. Tra i maggiorenni più della metà è over 54 e sarà sempre più numerosa in futuro. Non è chiaro se gli over 55 abbiano smesso di leggere invecchiando o non siano mai stati grandi lettori.
E’ più probabile la seconda ipotesi. La speranza è che, man mano che saranno le generazioni più giovani, quelle in cui la percentuale di lettori è superiore al 70% ad invecchiare, allora, aumenterà anche la proporzione totale di chi legge un libro in Italia.
(Fonte: tratto dall'articolo)