Dal 10 al 12 novembre 2016 si è svolto l'annuale meeting organizzato da Itinerari Previdenziali dal titolo “Quando le buone pratiche e le eccellenti esperienze migliorano il welfare integrato”. I lavori hanno messo in luce la necessità di favorire lo sviluppo di un welfare integrato. L’incidenza delle spese sociali sul PIL si attesta al 27,19%, e il 53,18% della spesa pubblica italiana è destinata alle prestazioni sociali (pensioni, sanità ed assistenza) per un ammontare di 439,4 miliardi di euro. Di questi, 216 miliardi di euro sono riconducibili alla voce pensioni e 111 miliardi di euro all’ambito della sanità.
Nel giugno del 2013 OCSE e Commissione UE hanno pubblicato una ricerca (A Good life in Old Age - outlook 2013-2050) che prevede come il numero degli anziani al di sopra degli ottant’anni e bisognosi di cure dal 2013 al 2050 raddoppierà, (dal 4,7% al 11,3% tra i 27 Stati UE). Ciò costringerà i governi ad adottare misure sempre più efficienti e adeguate per rispondere all’aumento del bisogno di assistenza. Un welfare “privato” è quindi indispensabile in un Paese come il nostro caratterizzato da grandi trasformazioni nella struttura demografica e da sempre minori risorse di finanza pubblica. Buone pratiche sono state illustrate da FIMIV (Federazione Italiana della Mutualità Integrativa e Volontaria) con la soluzione di Insieme Salute che non prevede una semplice remunerazione in caso di non autosufficienza, ma il rimborso delle spese sostenute o l’erogazione di servizi e, soprattutto, non pone limiti di età ad usufruire dell’assistenza. Aon ha invece descritto la rete convenzionata come strumento centrale nell’offerta sanitaria integrativa.
(Fonte: tratto dall'articolo)