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Bianchi Enzo

Sommesso elogio della vecchiaia

La Repubblica, 02-03-2020, p.28

Per gli anziani sentire dare come “buona” notizia che i morti per il coronavirus erano, per l’appunto, vecchi, per di più segnati da alcune patologie, non è certamente piacevole. Essi si trovano a reagire con fastidio a questi appelli, perché ancora una volta sono interpellati per ragioni mediche, demografiche ed economiche, non come persone tuttora presenti tra di noi, che vorrebbero, giustamente, aggiungere vita ai loro giorni. 


Da sempre la vita umana è scandita da stagioni: infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia, ma oggi, in Occidente, quest’ultima non è solo un dato biologico ma una stagione resa pesante da ragioni culturali. Poiché i vecchi sono improduttivi vengono percepiti come di scarsa rilevanza sociale. Vengono ritenuti insignificanti, che non hanno più nulla da dire, nel peggiore dei casi da abbandonare. Si invecchia solo per morire? O invece forse la vecchiaia è anche il tempo necessario per compiere la vita, per comprenderla e per scoprire e conoscere meglio se stessi?

 “Non è la vecchiaia il tempo per mostrare, attraverso le rughe del volto, un’anamnesi di ciò che abbiamo vissuto? Con grande intelligenza e ottimo senso dell’umorismo James Hillman affermava che «la chirurgia estetica è un crimine contro l’umanità», perché vuole cancellare le tracce dell’umanizzazione, la memoria della fatica, del dolore, della gioia e dell’amore che si sono vissuti nel volgere dei giorni e delle stagioni”. La vecchiaia può essere la migliore stagione per l’amore, inteso come sentimento che va in profondità e insegna ad affrontare con consapevolezza la lotta contro la morte. Una lotta che racchiude battaglie da affrontare contro il cinismo, contro la rinuncia alla passione e allo stupore, anche per evitare lo spegnersi della gratuità, del "disinteresse", del primato del vivere e dell’essere sull’avere e sul fare.


Mi diceva un uomo che nel secondo dopoguerra aveva fatto diversi mestieri per sopravvivere, lui e la sua famiglia: «Nella vita occorre inventarsi tanti mestieri.Ma soprattutto, se campi, occorre inventarsi la vecchiaia, che non può essere il mestiere di morire».Per questo in Grecia i vecchi vengono chiamati kalógheroi, "begli anziani", e durante la festa con cui contano gli anni della vecchiaia si canta loro: «Che tu sia saggio, sapiente, così vivrai a lungo!».

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)Bianchi Enzo
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine28
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-03-02
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Repubblica
Subtitolo in stampaLa Repubblica, 02-03-2020, p.28
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
Volume
Approfondimenti
Bianchi Enzo
Attori
Parole chiave: Ageism Atteggiamento verso invecchiamento