Una ricerca italiana conferma un dato che i cardiologi hanno già segnalato, cioè che esiste un legame biologico tra depressione e infarto miocardico. Uno studio apparso sul Journalof the American Geriatrics Society, ha seguito per oltre sette anni 7000 persone dai sessantacinque anni in su, scoprendo che quelli con sintomi di depressione avevano fino al 75% in più di probabilità di ammalarsi.«Dovremmo tenerlo presente quando ci preoccupiamo della salute del nostro cuore, e imparare a tenere sotto controllo l’umore, come facciamo col colesterolo», osserva Elena Tremoli, direttore scientifico del Centrocardiologico Monzino di Milano che ha effettuato la ricerca, pubblicata sullo European Heart Journal, che mostra che depressi e infartuati hanno in comune una variante genetica. La relazione tra cuore e depressione coinvolge neurotrasmettitori come la serotonina, che aiuta a regolare l’umore e che gioca un ruolo anche nell’ischemia miocardica. La sfida è ora di individuare fattori di rischio e nuove terapie. I nuovi antidepressivi, gli SSRI (come ad esempio il Prozac) non rappresentano un rischio per i cardiopatici, e riducono i sintomi legati alla depressione. Sempre al Monzino sta iniziando un nuovo studio per seguire pazienti affetti da malattia coronarica e vedere se soffrono di depressione. Si cerca di individuare una terapia con effetti preventivi.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)