L'ultimo film di Ken Loach “Sorry we missed you” racconta una storia di incontri mancati, di relazioni che si impoveriscono, di un'attenzione che si sposta, per necessità ma anche, sempre, per scelta.
Ken Loach parla del lavoro così come è diventato oggi e infatti protagonisti sono un corriere e una badante: due delle identità lavorative più fragili e al tempo stesso più centrali della nostra economia. Da un lato la new economy del commercio online e delle consegne a domicilio, dall'altra il welfare in cui soggetti fragili (anziani e disabili) sono accuditi da lavoratori altrettanto fragili, a cui affidano e confidano le loro vite.
Ricky il corriere e sua moglie Abbie, la badante sono entrambi ingranaggi di un sistema che a malapena conosce i loro volti e i loro nomi, che li gestisce e li controlla a distanza, senza perderli mai di vista ma senza mai vederli davvero. Provano tenacemente, entrambi, a resistere a quell'alienazione che sembra inevitabile in un sistema così concepito.
Sono due eroi profondamente umani che cercano di non essere stritolati da un sistema lavorativo che non comprende ma conta, non ascolta ma misura, non sostiene ma sanziona, non riconosce il merito e non valorizza la dedizione, ma chiede il massimo e dà il minimo, fino a rendere uomini e donne schiavi inconsapevoli.
Ricky, con l'età che avanza, stanco di barcamenarsi fra un lavoretto e l'altro decide di “mettersi in proprio” acquistando un furgone e dedicandosi alle consegne cercando una improbabile realizzazione professionale. Vuole riscattarsi, garantire dignità a se stesso e alla sua famiglia e un futuro migliore ai suoi figli. Annie, per sostenere il marito, fa l'assistente familiare con una cura tutte speciale dei suoi assistiti di cui comprende la solitudine e i bisogni speciali.
Sarebbe un errore vedere il film solo come una storia di badanti e corrieri a domicilio o come una condanna di Amazon e degli altri giganti dall'e-commerce. Il film di Ken Loach racconta il mondo del lavoro a tutto tondo, mettendo a fuoco nitidamente le contraddizioni, le sproporzioni, le derive. E lo fa anche in chiave intergenerazionale; con un occhio attento al punto di vista di Seb e Lisa Jane, i due figli di Ricky e Abbie. Seb ribelle e sempre in conflitto con il padre sempre più assente e lontano; Lisa Jane che ha 11 anni e non urla ma piange di fronte alla ferita che vede aprirsi nella sua famiglia. Entrambi, Seb e Liza Jane, chiedono solo che “tutto torni come prima”: prima di perdersi, prima di “mancarsi”.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)