Dal report "Nuove povertà e problema alloggiativo: dati e soluzioni" presentato all’Acer dalle Acli di Bologna emerge un dato preoccupante: l’aumento degli annunci immobiliari di nuda proprietà da parte di persone anziane che hanno bisogno di liquidità, per la casa di riposo o più spesso per la badante. Un indice di povertà delle donne sole o vedove over 70 che, nel momento in cui non riescono più a mantenersi con la sola reversibilità del coniuge e con la propria pensione, magari sociale, decidono di vendere casa.
Infatti se la casa di proprietà una volta era una ricchezza, oggi aumenta il valore dell'Isee e registra dei costi di condominio, di utenze e di manutenzioni non più compatibili con l'assistenza di welfare al proprio domicilio. Le più povere sono le donne sole, del resto le donne vivono più degli uomini. Le vedove sono 4-5 volte gli uomini rimasti soli. Il divario retributivo non si colma mai, nemmeno durante la pensione, visto che la carriera della donna e più frammentata, spesso per l'assistenza di parenti e figli tra congedi e maternità.
In questo quadro pesano i ben 2.200 immobili non locati (come emerge dai 10.705 calcoli Imu al Caf Acli) a livello locale, al di là che poi tutti se li possano o meno permettere sul serio. Avvisa Bertuzzi, sull'aumento della domanda di case popolari, passata dalle 5.000 domande del 2021 alle 5.400 domande del 2023. Oltre il 90% delle ultime assegnazioni che abbiamo registrato riguarda chi ha un Isee fino a 6.000 euro, quindi persone in fascia di protezione, estremamente fragili. Il restante 10% ha magari un Isee superiore a 6.000 euro, ma segna altri problemi: ad esempio si tratta di persone invalide nel nucleo famigliare.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)