La denatalità è la prima e vera causa della perdita di popolazione della provincia di Belluno. Lo ha sottolineato Giovanni Gobitti, dell’Ufficio statistica della Provincia di Belluno, presentando un’indagine sullo spopolamento del Bellunese. Il problema della denatalità riguarda tutto il territorio provinciale. L’emigrazione di chi si sposta fuori provincia infatti non incide perché chi arriva da altre zone d’Italia o dall’estero compensa chi se ne va (però non è sufficiente a coprire la differenza tra i tanti morti e i pochi nati). Il numero dei residenti in provincia di Belluno ha cominciato a diminuire a partire dal 2008 sino a scendere sotto i 203.000 nel 2018. Questa dinamica della popolazione - ha spiegato Gobitti - è frutto di diverse azioni in atto sul territorio. In primo luogo la continua crescita negli ultimi 10 anni dell’indice di dipendenza dato dal rapporto tra la popolazione in età attiva (da 15 a 64 anni) e la somma tra la popolazione in età 0-14. Il valore raggiunto indica che il peso della popolazione inattiva sta crescendo ed ha superato la soglia del 61% rispetto alle persone in età lavorativa. Ciò deriva da una diminuzione della popolazione giovane e da un contemporaneo aumento della popolazione anziana. Tale crescita consistente è dovuta alla sola popolazione che ha più di 64 anni. L’indice di vecchiaia ècresciuto e questo significa che vi sono più di 2 residenti over 64 per ogni ragazzo di età compresa tra 0 e 14 anni la popolazione di 65 anni e oltre. Il valore raggiunto indica che il peso della popolazione inattiva sta crescendo ed ha superato la soglia del 61% rispetto alle persone in età lavorativa. Questo fenomeno riveste particolare importanza – ha fatto presente Gobitti – perché non ha rimedi immediati e comporta delle conseguenze che possono risultare pesanti per il territorio come la perdita di attività e di servizi che non si sostengono più.
(Fonte: tratto dall'articolo)