In Francia infuria il dibattito sul “fine vita” nelle case di riposo e, in ogni caso, delle persone infettate dal coronavirus e giunte alla fine dei loro giorni.
Sarà il Consiglio di Stato a pronunciarsi su delle questioni che, se riguardano l’umanità e la pietà, sono squisitamente viste sotto il profilo del diritto.
La richiesta è innanzi tutto quella di ammettere queste persone alla sedazione profonda, per evitare ulteriori sofferenze.
La seconda questione è quella di assicurare a tutti il diritto alla salute. Secondo le associazioni ricorrenti, infatti, gli ospiti delle case di riposo (sono già oltre 4 mila i morti dall’inizio dell’epidemia, dati ufficiali francesi riportati quotidianamente dal nostro giornale) sono soggetti ad una sorta di “differenziazione” con il SAMU (il soccorso sanitario) che, sempre secondo le associazioni, darebbe la precedenza ad altre tipologie di malati, differenziando soprattutto per età e luogo di chiamata.
Terza questione è quella del diritto all’assistenza, anche solo morale, da parte di un parente.
Assistenza negata dalle misure che impediscono l’accesso alle strutture da parte di persone esterne, ma che non sarebbe in linea con la legge e il diritto costituzionale francese.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)