A qualunque età, l’esercizio fisico è una delle abitudini più importanti per mantenere un buono stato di salute o per migliorarlo: numerosi studi osservazionali dimostrano che la mortalità precoce è significativamente ridotta negli individui fisicamente attivi rispetto a quelli inattivi. Inoltre, come ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità, uno stile di vita attivo diminuisce il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari nonché l’insorgere di alcuni tipi di tumore. Tuttavia, come spesso accade, non bisogna nemmeno eccedere.
Negli ultimi anni è divenuto particolarmente popolare tra gli appassionati del fitness il cosiddetto Hiit, High Intensity Interval Training. Si tratta di un allenamento che alterna ripetizioni di esercizi ad alta intensità, come gli scatti, a momenti di recupero come una camminata lenta. L’alto livello di stress cardiovascolare, che permette una minore durata delle sedute e un consumo calorico superiore rispetto agli allenamenti tradizionali, rendono tuttavia l’Hiit sconsigliato a soggetti ipertesi, cardiopatici, sovrappeso o comunque non adeguatamente allenati. Ora, uno studio norvegese, pubblicato sul British Journal of Medicine suggerisce che gli anziani, con le dovute cautele, possano svolgerlo.
Per quanto riguarda l’Hiit, il medico dello sport è più cauto: "Si tratta di una metodica di allenamento recente, in voga soprattutto tra giovani e adulti che si sono prefissati degli obiettivi agonistici. Gli esercizi più indicati in questa fascia di età sono altri: ginnastica posturale, esercizi per la mobilità articolare, esercizi aerobici per l’efficienza cardiovascolare e ritonificazione muscolare contro la sarcopenia". Inoltre, l’esercizio fisico andrebbe personalizzato il più possibile, tenendo conto delle caratteristiche dell’individuo, del suo stato di allenamento e di eventuali comorbidità. "Non esiste una ricetta valida per tutti: l’esercizio fisico va dosato come se fosse un farmaco. Se è troppo poco non funziona ma se è troppo si rischia di andare incontro non solo a sovraccarichi funzionali ma a conseguenze che possono essere ben più gravi di una tendinite", ammonisce Filippini.
(Fonte: tratto dall'articolo)