Da un’indagine del Centro Medico Santagostino, condotta su un campione di 4.000 pazienti, dai 18 anni agli over 65, emergono le nuove abitudini di vita degli italiani al tempo del Coronavirus.
Di certo c'è stato un rallentamento dell'attività fisica; quasi 1 italiano su 3 (30%) del campione dice di non riuscire a fare alcuna attività, il 38% si sente "fuori allenamento". Il 35% degli intervistati ha dichiarato di "non riuscire a fare nulla". Dall’altra parte, si registra il 26% di persone che pensano di riuscire a sentirsi in forma quanto prima e meno del 14% del panel si allena tutti i giorni.
"Lo stile di vita è un nostro alleato fondamentale per stare in salute - commenta Paolo Toniolo, medico di medicina funzionale - in questa fase di emergenza rischiamo, con sedentarietà, stress e abitudini alimentari scorrette, di costruire condizioni di mancanza di salute future che ci espongono all’insorgere di patologie croniche. Anche in questa situazione di emergenza, si può lavorare per costruire le condizioni per stare bene, sani, avere forza e vigore, in un’ottica di prevenzione".
Importante il fatto che con più tempo a disposizione si può essere più attenti a ciò che si mangia e 6 italiani su 10 dicono di farlo ma il restante 40% dice di farlo meno della fase che ha preceduto il lockdown. Ciò corrisponde con il dato sull'incremento di peso che, infatti, è rimasto stabile per il 60% degli intervistati.
Tranne che per le donne in smart working con figli a casa, per oltre il 35% del campione il confinamento a casa ha agevolato la voglia di sperimentare nuove abilità in cucina: pizza, focaccia e torte sono entrate a far parte delle attività quotidiane e il 34% ha effettivamente ridotto il consumo di cibo industriale a favore di quello home made.
In generale, ansia e stress sembrano essere abbastanza sotto controllo dalla maggior parte del campione (oltre 50%), anche se 1 italiano su 4 (25% ) si sente molto più stressato e molto più in ansia di prima. Le emozioni negative come paura, malinconia, rabbia e tristezza, nella scala da 1 a 5 vedono una prevalenza degli stadi intermedi (3), quindi nessun aumento eclatante ma siamo (forse) tutti più esposti all’emotività. Sonno più tormentato per il 16% del campione.
Un ultimo dato fa riflettere sullo stadio di insofferenza che stiamo sviluppando: il 40% del campione fa molta fatica a staccare dalla quotidianità e a rilassarsi e solo il 12% dice di riuscire a farlo facilmente. Per lo psichiatra Stefano Porcelli ciò significa che "Viviamo in un costante stato di allerta che non ci permette di allentare la tensione e una generale forma di malessere ha iniziato ad accompagnare le nostre giornate, anche per chi continua a resistere e si sente bene".
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)