I pazienti con fibrillazione atriale potrebbero ridurre il rischio di demenza assumendo farmaci per la prevenzione dell'ictus, secondo le raccomandazioni pubblicate oggi online su EP Europace1, una rivista della Società Europea di Cardiologia, e presentate ad EHRA 2018. Disturbi del ritmo cardiaco (aritmie), nonché alcune procedure intraprese per trattarle possono aumentare il rischio di declino cognitivo e demenza. Il documento di consenso internazionale è stato redatto per i medici specializzati in aritmie e si propone di aumentare la consapevolezza dei rischi di menomazione cognitiva e demenza e di come ridurli. Il documento afferma che la fibrillazione atriale è associata ad un rischio più elevato di danno cognitivo e demenza, anche in assenza di ictus apparente. Ciò può essere dovuto al fatto che la fibrillazione atriale è collegata a un rischio più che doppio di ictus silenziosi. L'accumulo di ictus silenziosi e le lesioni cerebrali associate nel tempo possono contribuire al deterioramento cognitivo. La prevenzione dell'ictus con farmaci anticoagulanti orali è la priorità principale nella gestione dei pazienti con fibrillazione atriale.
(Fonte: tratto dall'articolo)