Il sistema dedicato all’assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale di persone anziane e disabili in Emilia-Romagna comprende 980 strutture per anziani (19.600 posti) e oltre 250 per disabili(8.200 posti) fra case residenza, centri diurni, case di riposo e comunità alloggio. Un valore sociale che rende necessario un percorso di qualificazione di questi servizi perché non si verifichino situazioni irregolari o addirittura illegali. Per questo il presidente della Regione Bonaccini ha annunciato che invierà una lettera ai ministeri competenti per chiedere di cambiare il prima possibile la norma nazionale. Subito dopo porrà il tema in sede di Conferenza delle Regioni. Se la normativa nazionale non cambierà, entro l’estate la Giunta proporrà all’Assemblea regionale di procedere con una propria legge. In particolare è prevista una stretta sui controlli con l'istituzione di una task force ( coordinata dall’assessorato regionale) con la presenza di Ausl, Comuni, sindacati, associazioni di volontariato e sigle del settore. La seconda stretta sarà quella sui requisiti e riguarderà le verifiche preventive all’apertura, gli spazi adeguati, il personale qualificato, la moralità degli operatori e le attività da svolgere nelle strutture. La terza stretta sarà sull’apertura e la partecipazione e prevederà in particolare di rendere obbligatorio l’accesso alle strutture non solo di parenti e conoscenti( come ora previsto), ma anche di associazioni di volontariato del territorio o accreditate presso i Comuni e delle organizzazioni sindacali.
(Fonte: www.regioni.it)