Tra i principali fattori che incombono sulla tenuta della previdenza, al di là delle diverse riforme attuate, c’è lo stallo demografico, conseguente all’invecchiamento della popolazione e alla ritirata della natalità. I giovani, che sono sempre meno, alle prese con difficoltà occupazionali e con redditi limitati, dovranno farsi carico di un crescente numero di anziani. Di sicuro più longevi, ma anche più bisognosi di cure sanitarie e di assistenza. «Un’evoluzione drammatica – osserva Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia all’Università Bicocca di Milano - scongiurabile con una crescita sostenuta del tasso occupazionale o con un taglio altrettanto forte degli importi pensionistici. A partire dall’“indice di dipendenza anziani” - ossia il rapporto tra over 65 e soggetti in età attiva (15-64 anni)- che esprime quanti sono gli anziani (presumibilmente ritirati dal mondo lavorativo) che “pesano” ogni 100 giovani. Erano 27,9 nel 2002 ma sono saliti a 33,7 a inizio 2015.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)