Sta per riprendere in Parlamento la discussione sulla cosiddetta legge sui caregiver familiari. Che non prevede più l’ipotesi di assicurare contributi figurativi o scivoli per il prepensionamento ai familiari che si prendono cura di un parente convivente non autosufficiente.
"I costi sono stati stimati nell’ordine dei miliardi e ci è stato detto che non è possibile metterli a bilancio", spiega la senatrice Barbara Guidolin, relatrice del provvedimento, il disegno di legge 1461 presentato nel 2019. Prima del varo della Legge di Bilancio, infatti, si sono tenuti diversi tavoli di confronto tra esponenti del governo, dei partiti e tecnici per verificare la fattibilità delle misure ipotizzate. Alla fine sono risultate non sostenibili né la previsione di un massimo di tre anni di contributi figurativi (equiparati a quelli degli Operatori Socio Sanitari) a carico dello Stato, né forme di pensionamento anticipato come lavoro usurante o una riduzione dell’età per accedere all’assegno sociale.
Ciò che invece potrebbe andare in porto è l’istituzione di un sussidio mensile riservato appunto ai caregiver familiari. Quelli che la Legge 205 del 2017 prima e il DDL 1461 ora definisce come "la persona che gratuitamente assiste e si prende cura in modo continuativo del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto (...), di un familiare o di un affine entro il secondo grado", ovvero in alcuni casi "di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, anche oncologica, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata".
Una definizione che esclude quanti si occupano di persone anziane, anche non autosufficienti, ma che soffrono di malattie inerenti al fisiologico invecchiamento, cercando invece di concentrare l’attenzione su quei familiari – in gran parte donne – che si occupano di figli con gravi disabilità o comunque in maniera gratuita e continuativa di parenti di norma conviventi.
Nel frattempo anche il resto delle misure inizialmente previste nel disegno di legge in discussione al Senato sono a rischio. Come il sostegno psicologico agli accudenti, la loro sostituzione temporanea con personale specializzato (peraltro prevista nei nuovi Livelli essenziali di prestazione per chi assiste anziani non autosufficienti), la consulenza per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle case, la ricollocazione al lavoro, la rimodulazione degli orari per i caregiver occupati e le spese di cura detraibili al 50% fino a 10mila euro l’anno.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)