Francesco D'Agostino, presidente dell'Unione giuristi cattolici e membro del Comitato nazionale per la bioetica, esprime il proprio pensiero all'interno del dibattito sulla questione del "fine vita", anche in merito alla recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 242 del 2019), che esclude in determinati casi la punibilità dell'aiuto al suicidio. A tal proposito, sottolinea che la sentenza non stabilisce il diritto al suicidio assistito, ma, appunto, la non punibilità del suicidio assistito, quando questo venga richiesto dalla persona interessata nel rispetto di alcuni parametri puntualmente definiti.
Ovvero, bisogna che la persona sia in situazione di fin di vita, colpita da una patologia irreversibile e che abbia ricevuto tutti i supporti necessari da parte della medicina palliativa. Bisogna inoltre che la pratica sia posta in essere nel contesto del Servizio sanitario nazionale con il controllo e l'avallo di un comitato etico.
Dunque, commenta D'Agostino, la Corte si è mossa con intelligenza e prudenza, tuttavia ciò che in effetti manca è un provvedimento attuativo da parte della politica. L'ultimo, la legge 219 sul cosiddetto testamento biologico, risale al 217 e continua a produrre polemiche, anche se non ha prodotto i temuti effetti disastrosi annunciati dai più pessimisti. Il cuore della legge, infatti, è garantire ad una persona, che ipotizza di poter entrare in una stato vegetativo irreversibile, la possibilità di redigere appunto il suo testamento biologico, ovvero di definire a quali trattamenti estremi accetta di essere sottoposta, escludendo terapie futili, estreme, invasive e sperimentali. Il vuoto della politica in materia, conclude D'Agostino, potrebbe essere colmato a partire dalla effettiva creazione del filtro, costituito dai comitati etici, che dovrebbero essere istituiti in tutte le Regioni, accogliendo al loro interno non solo diverse posizioni morali, ma anche diverse competenze (medici dei diversi rami della medicina, biologi, studiosi di bioetica, biologia e sociologia).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)