Circa la metà degli iscritti alle grandi confederazioni sindacali italiane sono già pensionati, e una buona fetta non è lontana dall'età del riposo. Per questo il sindacalismo confederale ha abbracciato l’idea della riduzione dell’età pensionabile. aveva cercato appunto questo, unire al di sopra degli interessi di categorie e strati sociali. L’Italia è un Paese con sempre più anziani, mentre i giovani sono pochi e faticano a trovare lavori ben retribuiti. Inoltre tra 20-30 anni il numero dei pensionati sarà uguale a quello dei lavoratori e di conseguenza i contributi di un lavoro dovranno servire per un’intera pensione. In generale, a parte il problema di lavori pesanti o troppo stressanti, che in parte sono già previsti, è chiaro il perché i giovani lavoratori non si sentano solidali con i colleghi anziani, anche perché, come riporta un'analisi della Banca d'Italia, i pensionamenti anticipati di «quota 100» non portano nuove occasioni di lavoro per i giovani (occupati -0,4% a bilancio). In questa situazione di ristagno economico sono i pensionati a passarsela meglio dei giovani. Per questo anche il suggerimento di prelevare dai più ricchi, magari con la patrimoniale suggerita dalla Cgil, andrebbe a colpire i ceti medi, dove i patrimoni degli anziani sono i principali strumenti , nelle famiglie, per aiutare i giovani. Un serpente che si morde la coda.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)