In Italia, secondo il Registro Italiano Artro Protesi, nel 2018 sono stati eseguiti 37.709 interventi di protesi d'anca, tra sostituzioni totali, parziali e revisioni dei quali il 40,1% ha interessato uomini con un'età media di 68 anni e il 59,9% donne con un'età media di 74 anni.
Se da una parte il consiglio di restare a casa è necessario per proteggersi dal Covid-19, dall'altra non è d'aiuto per le articolazioni colpite da artrosi. Appena ci si rimette in movimento, infatti, anca e ginocchio mostrano tutte le loro problematiche.
«È come un cancello arrugginito, se lo apri e chiudi tutti i giorni riesci comunque ad utilizzarlo, ma se lo tieni fermo per un po' alla fine è difficile da aprire» spiega Francesco Bove, direttore della Chirurgia Ortopedica dell'Ini di Grottaferrata (Roma).
Nell'ospedale laziale è stato sviluppato un modello "fast" per velocizzare gli interventi protesici di anca o ginocchio, arrivati a 25 minuti rispetto ai 40 ordinari. «In un anno di pandemia abbiamo cercato di non fermare gli interventi di protesi per evitare che i nostri pazienti potessero andare incontro a problematiche più serie - aggiunge - Uno sforzo in termini di sicurezza che tuttavia ci ha ripagato in termini di qualità di vita dei nostri anziani trattati. E questo grazie anche ad un modello di intervento basato su velocità e precisione».
(Fonte: tratto dall'articolo)