Con l'espressione sindrome di Stoccolma si intende un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica. "E' di questa sindrome - spiega Annie de Vivie,fondatrice di Agevillage, direttore dei corsi di formazione di Humanitude - che si comincia a parlare a fronte di notizie di "abusi di debolezza", furti, estorsioni subite da anziani". Anche la relazione Koskas, consegnata ad Agnès Buzyn, sottolinea la difficoltà per le vittime di denunciare la situazione, sono-scrive- come sotto l'influenza di una persona cara. Semplificando, un vecchio troppo solo, diventa una preda facile da manipolare e difficile da proteggere. "Non si tratta di gettare il sasso su tutte le società che si occupano di anziani (per le quali sarebbe gradita una "carta della fiducia di fronte alla vulnerabilità") - spiega Annie - né di gettare fango su tutti i professionisti di aiuto e cura. Semplicemente la questione degli abusi sugli anziani è concreta, destinata ad aumentare, e fa luce sulla necessità, per la società di oggi, di pensare all' invecchiamento. Saremo più vecchi domani, più vulnerabili, a rischio di abusi e col rischio di diventare anche vittime della sindrome di Stoccolma. Dunque è necessario trovare soluzioni, individuali e collettive, per prevenire, adattare, proteggersi da questi rischi".
Se può interessare "l'abuso di debolezza negli anziani" - www.silverautonomie.com/index.php/actualites/175-abus-de-faiblesse-perso
(Fonte: tratto dall'articolo)