Sulla scia dello studio finlandese Finger, che ha dimostrato l’utilità di esercizio fisico e cognitivo contro la demenza, sta partendo all’università di Chieti uno studio su 90 persone fra 65 e 75 anni nella fase iniziale della malattia.
Il coordinatore, il neuroscienziato Stefano Sensi spiega: «Divideremo i 90 volontari in due gruppi. Metà continuerà la sua vita normale, metà farà un’ora di ginnastica 3 volte a settimana con delle macchine programmate per calcolare l’intensità dello sforzo e alcuni esercizi cognitivi su un tablet nel week end. Tutte le attività saranno svolte in “dosi” quantificabili in maniera scientifica».
I due gruppi prima di iniziare faranno una risonanza magnetica funzionale e una strutturale che saranno ripetute alla fine, 9 mesi dopo, per vedere come cambiano le reti dei neuroni e per osservare la morfologia del cervello. Verranno inoltre misurati i fattori neurotrofici, e la presenza di eventuali geni che predispongono all’Alzheimer. Questo perché gli scienziati sono convinti che l’esercizio fisico, in particolare quello aerobico, faccia aumentare questi fattori neurotrofici nel cervello, fondamentali per mantenere la salute dei neuroni e tenere lontano l’Alzheimer.
Gli interessati possono contattare il Centro di riabilitazione cognitiva per le demenze di San Valentino (Pescara) o scrivere a Stefano Sensi: ssensi@uci.edu.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)