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Carrino Antonella

Eurispes 32° rapporto. Recuperano consenso le associazioni di imprenditori. Si rinuncia anche alle badanti

10-02-2020

Eurispes 32° rapporto. Recuperano consenso le associazioni di imprenditori. Si rinuncia anche alle badanti

L’ultima rilevazione Eurispes (Rapporto Italia 2020) ci fornisce l’identikit di un Paese che “galleggia”, lontano dalla politica, dal Governo e dal Parlamento. Gli italiani sembrano essersi adattati ad uno stato di perenne crisi che, purtroppo, continua a “bruciare” ricchezza e risparmi. Un Paese “incattivito”che guarda con diffidenza e poca tolleranza gli stranieri e che, in molti casi, giustifica episodi di razzismo e antisemitismo. Un Paese che non genera figli ma, nello stesso tempo, ama sempre di più la compagnia degli animali e mostra una cresciuta sensibilità nei confronti dei problemi dell’ambiente.

Pochi gli  intervistati che esprimono fiducia nel sistema delle Istituzioni del nostro Paese: nel 2020, la quota di chi ha un atteggiamento positivo si ferma al 14,6% (-6,2% rispetto al 2019). Il Presidente Mattarella, resiste come punto di riferimento e ha un tasso di consensi pari al 54,9% (era al 55,1% nel 2019). Nessuno dei tre poteri dello Stato riesce a conquistare, fra i cittadini, una fiducia superiore al 50%.
Calano i consensi per Governo e Parlamento, resiste di più la Magistratura.

Vanno oltre il 50%  dei consensi con un trend positivo le associazioni dei consumatori (dal 53% del 2019 al 58,4%; +5,4%); le associazioni di volontariato (dal 64,2% al 70%; +6,2%); la Chiesa cattolica (dal 49,3% al 53,4%; +4,1%); il sistema sanitario (dal 62,3% al 65,4%; +3,1%). Di segno positivo anche i risultati delle associazioni degli imprenditori, passate dal 43,2% dei consensi nel 2019 al 49,4%. I sindacati avanzano di ben 8,5 punti(dal 37,9% al 46,4%). In lieve calo, il sistema scolastico che passa dal 67,4% al 65% e la Protezione Civile dal 79,2% al 77,8%. Stabili partiti (dal 27,2% al 26,6%) e Pubblica Amministrazione (dal 34,7% al 34,3%).

Per l’Eurispes, quasi 1 italiano su 3 (27%) pensa di non riuscire a risparmiare nei prossimi dodici mesi e quasi 1 su 4 (il 24,8%) ne è certo. Il 37,5% del campione ha riscontrato un peggioramento netto o parziale della sua situazione nell’ultimo anno. Tali percezioni negative comportano un effetto sulle cure e anche qui si rileva che 1 italiano su 3 (il 32,5%) ha rinunciato a effettuare controlli medici e di prevenzione; il 27,3% ha tagliato sulle spese dentistiche. Un italiano su cinque (20%) ha rinunciato a terapie ed interventi medici o a sottoporsi a visite specialistiche per la cura di patologie specifiche (20,1%). 

In generale gli italiani nell’ultimo anno hanno rinunciato in primo luogo all’acquisto di una nuova auto (51,4%); poi hanno rimandato lavori di ristrutturazione della casa (il 44,2%), il 38,2% del panel ha rinunciato a sostituire arredi di casa ed elettrodomestici logorati, il 28,5% ha fatto a meno delle riparazioni del proprio autoveicolo. Più di 1 italiano su 3 (il 34,5%) ha rinunciato a spendere per un/una badante.

Interessante il gap generazionale registrato dall’Eurispes sui temi ambientali, quest’anno particolarmente “sensibili”. Tutte le statistiche rilevano che il riscaldamento globale dovrebbe crescere di 1,5 gradi centigradi tra il 2030 e il 2052; se non si arresterà, nel 2100 il Pil mondiale dovrebbe subire una variazione negativa del 23%. Non tutte le economie saranno penalizzate allo stesso modo. Paesi freddi come Svezia, Norvegia e Canada, stanno anzi registrando aumenti del Pil pro capite dal 25 al 34% ma l’Italia è tra i paesi più vulnerabili. Le previsioni dicono che  i cambiamenti climatici ridurranno il Pil pro capite italiano dello 0,89% nel 2030, del 2,5% nel 2050 e del 7% nel 2100. 

Si legge nel Rapporto Eurispes che  più di un quarto degli italiani (26,6%) considera il riscaldamento globale il problema ambientale più urgente. Seguono: gestione dei rifiuti (20,7%), inquinamento atmosferico (16,4%), dissesto idrogeologico (11,3%) e problema energetico (11,2%). A giudicare più urgente una soluzione al riscaldamento globale sono i giovani tra i 18 e i 24 anni (34,3%), più del doppio rispetto agli over 65 (16,1%).

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa10-02-2020
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Carrino Antonella
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Parole chiave: Ambiente Crisi economica Differenze dovute ad età, sesso, razza, ecc. Ricerca